Venere e poeta. Ceramica,ritagliata a mano sassi, specchi, conchiglie fossili su muro interno. m 3×2. 2001
Si tratta di uno dei miei primi mosaici permanenti, uno dei tanti realizzati nella casa museo Vincent City, a Guagnano (LE), posizionato al primo piano, in una stanzetta attigua alla mia Stanza delle donne. La scena centrale della sorgente è tratta da un famoso quadro di Ingres ma è solo un pretesto per rendere l’opera barocca, creando un paesaggio mentale dominato dal rosso, una caverna simbolica, con pietre della campagna di Guagnano. Questa caverna, sulla destra è anche un albero cavo, simbolo della conoscenza, al cui interno avanza un omino nudo. Al termine di questo percorso, in alto, un apice di pampini e grappoli d’uva. Per via della disposizione dell’opera non è possibile fare una foto centrale di qualità, questo non permette di vedere come il corpo femminile centrale sia posizionato in modo fallico, all’interno della grotta/vagina. Sulla destra dell’opera, in basso, una natura morta con bottiglia di birra, grano e cesto di pesche. Tra i ritagli di fiori ai piedi della sorgente, una serie di conchiglie fossili, recuperate dai tufi di scarto utilizzati in vario modo nella casa museo. Per quanto riguarda la lettura dell’opera, tutta la scena della sorgente è inoltre solo un fondale dipinto, un drappo tenuto in mano da una figura maschile sulla sinistra. Questa figura maschile- il Poeta- viene fuori dal buio, ha una corona stellare, la cui forma ricorda un po’ il copricapo di un giullare, e nella mano destra regge una pergamena, con su scritto un testo dei miei diari dell’epoca: “Io mi son fermato. A partire da quello che, secondo me, era un tempo il mio tempo. Io l’ho fermato.”